Artrosi nel cane

Artrosi nel cane: 3 cose che devi sapere

L’artrosi è un fenomeno degenerativo che coinvolge una o più articolazioni e che provoca dolore a volte molto invalidante.
Può instaurarsi a qualunque età e più spesso è conseguenza di altra patologia primaria, come ad esempio, displasie, rotture o lesioni legamentose o traumi.
In questo articolo cercherò di spiegarti come si instaura e quali sono le possibilità terapeutiche.

Artrosi nel cane una patologia molto diffusa.

L’artrosi è una patologia che si instaura nell’articolazione e che provoca dolore più o meno manifesto a seconda della sua gravità.
E’ diffusissima.

Non ci sono dati precisi sui reali numeri, ma uno studio su 2141 casi valutati in diverse strutture ambulatoriali, ha stimato che i cani affetti da malattia ortopedica risultano essere il 15% : un terzo di questi è affetto da artrosi, con sintomatologia manifesta e segni radiografici presenti.
E’ possibile però che questi numeri siano inferiori rispetto alla reale situazione, in quanto non prendono in considerazione i casi di malattia asintomatica, situazione spesso presente soprattutto nella fase iniziale.

Ma cos’è l’artrosi e perché si instaura?

Come al solito, per capire bisogna partire dall’inizio e conoscere almeno in parte come funzionano le cose in situazione fisiologica, cioè di salute. Partiamo dunque da qui: l’articolazione (e le tre cose che devi sapere….)

Che cosa è un’articolazione?

Per prima cosa dobbiamo capire come è composta un’articolazione e da cosa.

Sono 2 o più ossa che si muovono, una vicina all’altra, tenute in quella posizione da una serie di strutture, in buona parte legamenti, ma anche muscoli e tendini.  

Si potrebbe ipotizzare questa equazione:

A = O+L+M+T

in cui A: Articolazione, O: Ossa, L: Legamenti, M: Muscoli, T: Tendini

artrosi nel cane schema maiusolco

Da questa definizione già si capisce come l’articolazione sia un’entità anatomica complessa.
In genere, ma non sempre, le estremità di queste ossa sono conformate in modo tale da essere
congruenti, cioè che l’estremità dell’uno è il perfetto negativo dell’altro.
Pertanto, quando le singole ossa si muovono per azione dei muscoli, lo fanno scivolando una sull’altra.

Le due estremità delle ossa che sono in rapporto, si chiamano capi articolari e sono rivestiti da uno strato superficiale di un tessuto con caratteristiche che lo rendono idoneo ad assorbire le pressioni ed i carichi: questo rivestimento è la cartilagine articolare, che ha caratteristiche peculiari.

Se pensiamo ad un arto, quando l’animale si muove (in modo del tutto simile a ciò che accade nell’uomo) le superfici articolari scorrono tra di loro e l’arto si flette o si estende.
Ad assicurare che i movimenti siano sempre controllati, ci sono i
legamenti ed ogni articolazione ne ha un numero più o meno numeroso in base alle funzioni di quella specifica articolazione.

Alcune sono più protette dai legamenti, altre meno; tutte hanno un legamento capsulare, cioè una sorta di manicotto che si inserisce sull’osso di una parte e su quello dell’altra e racchiude i capi articolari all’interno di una cavità che si chiama cavità articolare.

Quindi, la cavità articolare è formata da:

  • capi articolari, rivestiti di
  • cartilagine articolare e da un
  • legamento capsulare, detto anche capsula articolare.

I legamenti articolari in genere sono situati all’esterno della capsula e servono a rendere stabile l’articolazione, cioè a permettere solamente i movimenti necessari alle funzioni meccaniche di quell’articolazione.

 

Alcune, però, hanno bisogno di strutture integrative di raccordo per funzionare al meglio.

L’esempio classico è l’articolazione del ginocchio (articolazione femoro-tibiale, tra femore e tibia): la superficie articolare del femore non trova corrispondenza con quella della tibia e questa incongruenza è neutralizzata dai menischi.

I menischi sono strutture fibrocartilaginee che inferiormente si adagiano sul piatto della tibia e nella parte superiore sono conformati con due alloggiamenti che accolgono perfettamente i condili del femore (così si chiamano le estremità inferiori di quest’osso).
Inoltre, quella del ginocchio è l’esempio di un’articolazione con presenza anche di legamenti intrarticolari: sono i legamenti crociati e si chiamano così perché si incrociano a formare una specie di X e non solo tengono uniti il femore e la tibia, ma anche impediscono lo scivolamento cranio-caudale (in direzione avanti/indietro) delle due ossa tra di loro.

La capsula articolare

La capsula articolare, a sua volta, è una struttura complessa ed è composta da:

  • uno strato esterno fibroso, molto robusto e resistente (che è quello che contribuisce a stabilizzare l’articolazione, cioè a mantenere le ossa nella posizione corretta),
  • uno strato interno membranoso, che secerne il liquido sinoviale, una sostanza molto densa e viscosa.

articolazione del ginocchio cane

Il liquido sinoviale

Il liquido sinoviale ha una funzione determinante per lo stato di salute dell’articolazione ed ha tante funzioni importanti; due in particolare:

  • funziona da lubrificante, che serve a diminuire l’attrito tra i due capi articolari e, ancora più importante,
  • contiene elementi fondamentali per la nutrizione delle cartilagini articolari.

Va detto che la cartilagine articolare è priva di vasi sanguigni, quindi non può ricevere sangue, che per tutti i tessuti è la fonte indispensabile delle sostanze nutritive necessarie al loro mantenimento.

La cartilagine riceve il suo nutrimento: dall’osso che sta al di sotto (osso subcondrale, molto vascolarizzato) e dal liquido sinoviale in superficie.

Come insorge l’artrosi? Vediamo le cause.

Spiegato sommariamente che cosa è una articolazione, ora cerchiamo di capire come si può instaurare una malattia articolare.

In breve, l’artrosi è l’esito di un’infiammazione che dura da tempo, quindi è una malattia cronica, che provoca danni alla cartilagine articolare, la quale va incontro a fenomeni degenerativi.

Come tutti gli organi, anche le articolazioni possono essere oggetto di un’infiammazione, provocata dalle più svariate cause. La principale è quella traumatica.

I fattori traumatici, come dice il termine stesso, dipendono da traumi i quali, a loro volta, possono essere:

  • traumi esterni, come un colpo ricevuto,
  • traumi interni, come uno stiramento di un legamento.

I meccanismi che provocano l’insorgenza dell’artrosi (quindi i fenomeni degenerativi che si instaurano come conseguenza della cronicizzazione dell’infiammazione) possono essere diversi:

  • instabilità articolare causata da alterata attività dei legamenti,
  • carico eccessivo sulle cartilagini articolari (ad esempio, per sovrappeso oppure per eccesso di attività),
  • mal funzionamento, congenito o acquisito, del movimento reciproco dei capi articolari, come in caso di displasia (ad esempio, dell’anca o del gomito),
  • infezioni locali o sistemiche (cioè generalizzate in tutto l’organismo).

In genere, in un’articolazione che si muove male, si verificano modificazioni nella distribuzione delle pressioni sulle cartilagini articolari, pertanto:

  • le cartilagini rimangono schiacciate e modificano la loro struttura e resistenza,
  • l’osso reagisce producendo tessuto a compensazione (condroosteofiti)

In tempi più o meno lunghi le superfici articolari modificano completamente il loro aspetto con tratti in cui la cartilagine è assottigliata o addirittura scomparsa e tratti in cui si ha un ispessimento con formazione di nuovo osso: piccole creste di osso che si sviluppano sulle superfici articolari (condroosteofiti).

In pratica, le superfici dell’articolazione diventano irregolari, con sporgenze ossee ed assenza di cartilagine in più punti.

In questa situazione, gradualmente le superfici articolari non sono più in grado di funzionare correttamente, la cartilagine, dove è ancora presente, non è più elastica.

Subentra il dolore cronico, provocato:

  • dall’osso subcondrale denudato per scomparsa della cartilagine
  • dallo sfregamento dei condroosteofiti contro la capsula articolare, che è ricchissima di terminazioni nervose.

Sintomi di artrosi: come si manifesta la malattia?

Sintomi di artrite (infiammazione acuta)

E veniamo alla terza cosa più importante che devi sapere: come riconoscere l’artrosi nel tuo animale.

All’inizio era artrite ma poi…

L’infiammazione inizialmente ha tutte le caratteristiche delle forme acute:

  • dolore,
  • spesso gonfiore (per aumento del liquido sinoviale),
  • aumento di temperatura locale,
  • arrossamento della parte (non sempre evidenziabile per via del pelo) e
  • funzionalità ridotta.
    Per dirla con terminologia tecnica, i 5 segni dell’infiammazione acuta, che sono: dolor, calor, tumor,  rubor, funtio lesa.

In questa fase si parla di artrite (cioè di infiammazione articolare acuta), l’insorgenza normalmente è repentina e la dolorabilità notevole.
A seconda dell’articolazione colpita, si avrà una sintomatologia specifica: se si tratta di articolazione degli arti, sarà presente zoppia; se coinvolge il rachide (cioè la spina dorsale) il sintomo principale sarà il mal di schiena, talvolta associato anche a segni neurologici.

Quando la causa dell’infiammazione acuta è transitoria, l’artrite si risolve col cessare della causa che l’ha sostenuta (es: un trauma).

Se invece la causa permane, anche il fenomeno infiammatorio persevera e, da acuta, l’infiammazione diventa cronica (artrosi o meglio osteoartrosi).

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Sintomi di artrosi (infiammazione cronica)

I segni di dolore nel cane sono molto differenti, a seconda della localizzazione, entità e temperamento del soggetto colpito.

Inoltre, la malattia spesso non si manifesta in modo improvviso, ma insorge in maniera subdola, soprattutto se non dipende da un fatto traumatico importante, ma è causata da squilibri di carico dovuti a conformazione scheletrica non corretta.

Se vuoi comprendere meglio, se vuoi capire e approfondire il comportamento del cane con dolore artrosico, ti consiglio di leggere questo articolo delle Dott.ssa Erica Giustetto, fisioterapista Veterinaria diplomata specialista.

Se prendiamo in considerazione le articolazioni degli arti, in genere i segni clinici sono questi:

  • Riluttanza al movimento o a fare cose che prima faceva volentieri: salire in macchina, sul divano, correre e giocare;
  • Zoppia più o meno evidente.
  • Atteggiamenti antalgici, cioè assumere posizioni che cercano di ridurre il dolore, come spostare il baricentro portando la testa più bassa o di lato, spostare il peso sugli arti anteriori o posteriori, sedersi o sdraiarsi spesso.
  • Leccamento o mordicchiamento frequente: alcuni soggetti si leccano spesso, soprattutto le articolazioni più basse delle zampe, provocando modificazione del colore del mantello; altri arrivano a mordersi, creando delle zone prive di pelo o, addirittura, piaghe sulla cute.
  • Rumori di scricchiolio durante il movimento (nei casi più avanzati).

In tutte queste situazioni, l’animale è sottoposto a forte stress e disagio.

Terapia dell’artrosi nel cane

Ad oggi l’artrosi, meglio definita osteoartrosi (OA), non ha ancora trovato una terapia idonea.
Se vogliamo entrare per un attimo nei reali meccanismi dell’OA, una distinzione così netta tra forma acuta e forma cronica non esiste, in quanto, in ogni situazione cronica si genera continuamente qualche fenomeno acuto, pertanto fenomeni cronici e fenomeni acuti spesso coesistono.

C’è un termine che meglio definisce questo tipo di patologia ed è malattia degenerativa articolare o, con terminologia inglese, DJD (Degenerative Joint Disease).

In questa situazione cronica, tutte le componenti articolari sono profondamente alterate, a partire dal liquido sinoviale che:

  • modifica drasticamente la sua composizione,
  • perde la sua viscosità,
  • riduce la capacità nutritiva delle cartilagini e
  • si carica di componenti altamente algogeni (sostanze biochimiche che provocano molto dolore).

Inoltre, il movimento articolare (ROM= Range of Motion) è molto ridotto, spesso accompagnato da scricchiolii e da dolore intenso.

La terapia dell’artrosi si basa principalmente sul contrastare i sintomi, utilizzando farmaci per via sistemica che combattono:

  • il dolore (analgesici),
  • l’infiammazione (antinfiammatori),
  • che forniscono nutrimento alle cartilagini (condroprotettori).

Talvolta, quando l’artropatia colpisce solo una o poche articolazioni, sono indicate somministrazioni intrarticolari di farmaci in grado di aumentare la viscosità del liquido sinoviale e di nutrire le cartilagini articolari.

Per alcune articolazioni, quando le terapie farmacologiche sono inefficaci, è possibile sostituire i capi articolari con protesi.

Anche il recupero della mobilità dell’articolazione è importante e andrebbe perpetrato con programmi di fisioterapia in centri specializzati.

Artrosi e terapie rigenerative.

Le terapie rigenerative hanno aperto un nuovo capitolo nel trattamento delle malattie articolari degenerative, in quanto sono in grado, in determinate situazioni, di rigenerare i tessuti malati, quindi di ripristinare la corretta conformazione delle cartilagini articolari, cosa che nessun altro trattamento è in grado di fare.

Non sempre è facile adottare le corrette scelte terapeutiche e solo lo studio accurato del singolo caso clinico potrà indirizzare verso una scelta rispetto ad un’altra.

Da quanto detto, si capisce come l’Osteoartrosi sia una malattia cronica di difficile risoluzione terapeutica, pertanto è necessario che il proprietario controlli con cura il proprio animale, per potere evidenziare il più precocemente possibile ogni causa potenzialmente in grado di condurre all’insorgenza di un’artrosi.

Anche in questo caso, prevenire è meglio che curare.

Se invece la malattia è già presente, occorre fare un’attenta valutazione del singolo paziente per adottare il protocollo terapeutico più idoneo.

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